Viva le Barbuire!

Ieri pomeriggio, vista la bella giornata, ho pensato che poteva essere una buona idea andare a seguire un carnevale. Ho optato per il rinato Carnevale del Lajetto, piccola borgata montanara nel territorio di Condove. In effetti, se escludiamo che mi sono perso a causa di informazioni sbagliate, cartellonistica poco chiara e navigatore dimenticato (ma di cui non mi sarei fidato), è stata una buona idea.

Il carnevale al Lajetto è stato riproposto nel 2010 per la prima volta dopo più di 50 anni. Grazie al lavoro di alcuni antropologi e in base ai ricordi degli anziani, si sono ricostruite tutte le fasi del rituale, caratterizzato dalla presenza delle Barbuire. Le Barbuire sono dei personaggi mascherati in modo assolutamente grottesco, che rivestono alcuni ruoli definiti all’interno di una sorta di dissacrante rappresentazione  tipicamente carnevalesca.

Come per ogni evento di questo genere, una qualsiasi descrizione non potrà mai sostituire la sensazione che si prova vivendolo. Dal momento in cui parte il giro, con la squadra ballabili in testa – in questo caso i Sunadur ‘d Moce – entri a far parte del gioco. Nulla potrà risparmiarti la segatura sparsa dai balconi, le palle di neve lanciate a tradimento alle spalle, il pantano che ti fa scivolare tra le viuzze minuscole, il fango sparso in faccia da Barbuire irriverenti, che urlano versi incomprensibili, fanno gestacci, mimano accoppiamenti, muoiono, resuscitano, prendono a calci i presenti.

Tutto si conclude con il taglio della testa del gallo appeso ad un albero. Rituale che si ritrova in molti altri carnevali (nell’Astigiano di solito è un pitu, un tacchino) e che ha alto valore simbolico – classica morte dell’inverno, propiziare la bella stagione ecc… Tranquilli, non era una gallo vero (come una volta). Purtroppo, aggiungerei.

E’ stato un pomeriggio divertente, un carnevale di grande forza e impatto, anche per il suggestivo teatro in cui si svolge – gli stretti vicoli tra i muri di pietra delle vecchie case – e per le bellissime maschere ricalcate fedelmente su quelle tradizionali.

Bilancio della giornata. Ricoperto di vario schifo ecosostenibile (niente a che vedere con le bombolette di stelle filanti chimiche), ho ascoltato e registrato una buona dose di ballabili per piccole formazioni bandistiche di cui notoriamente sono ghiotto;  ho vinto una gara di sguardi contro una Barbuira (vi assicuro, faceva davvero paura); con un’altra invece ho ballato un valzer: alla fine mi ha ringraziato alzandosi la gonna e mostrandomi, naturalmente, la sua rosa.