Te lo giuro, il numero me l’ha chiesto lei!..Ma come chi? La DarkLady!…e vabbè, adesso non ti ho mai parlato della DarkLady? Massì, sai che ti dicevo che c’era una mia compagna di corso che mi intrigava, sempre vestita di nero, con i capelli lisci e neri che rimbalzano di rosso, e la pelle bianca madreperlata e quegli occhi verdi come laghi alpini in primavera? Eh…sì, mi ha chiesto il numero!
Vabbè, ti racconto dopo, ora devo finire di montare.
Una mattina di quasi inverno ho iniziato il mio primo film. Cioè, film è una parola grossa che sa di cinema…diciamo un corto, che fa molto impegnato, intellettuale e allo stesso tempo spaccia la mancanza di idee e mezzi per sperimentazione. A dire il vero, come mi ricordava Fabrizio, il mio co-regista, quello che si occupò della parte tecnica e di usare la videocamera, non si trattava nemmeno di un corto. Dario, guarda che stai facendo un videoclip. Un videoclip, ma non un videoclip come quelli che vedi a MTV, anche perché se ne facevo uno così, non ero mica l’ultimo degli stronzi come adesso…ero uno stronzo qualsiasi, ma con qualche soldo in tasca. Era un videoclip che in realtà sarebbe stato in piedi anche senza canzone, così come il pezzo stava in piedi da solo (vabbè, claudicante) già da un anno e mezzo…non so se avete mai sentito parlare di Canzone (quasi) facile, un brano che scrissi quand’ero molto giovane, molto innamorato, e molto deluso. E diciamolo, anche un po’ incazzato. Il testo parlava di un tizio che si innamora di una tipa che non ci sta. Come altre 14 milioni di canzoni. Però questa era speciale, perché l’avevo scritta io, ed ero invece convinto, all’epoca, che fosse addirittuturaturututtu originale…quando si è giovani è strano…e mi ero fissato che dovevo fare un film, e siccome non avevo idee, ho detto beh, faccio un videoclip di una mia canzone. Bossa nova era la prima della lista…ma non mi soddisfava il modo barbaro in cui era stata incisa…così ho optato per la suddetta Canzone (quasi) facile, perché ci ero affezionato, e alcuni miei amici mi avevano fatto credere che gli piacesse…certi amici sono troppo amici per dirti che le canzoni che scrivi fanno schifo! O troppo poco?
Non sono cretino, parlo al passato remoto perché voglio far finta che sia una cosa successa vent’anni fa, non venti giorni fa…non c’è poesia in un racconto di venti giorni fa! Ok, è una stronzata, vabbè…comunque questa DarkLady mi ha chiesto il numero. Sì è carina, te l’ho detto, co’ ‘sti occhi verdi come fontane decadenti in un giardino autunnale…Sì, perché mi fa, anzi, mi dice (le cose si fanno, le parole si dicono, le minchiate si scrivono), “se sai qualcosa per l’esame fammi sapere, ti lascio il numero…”…E dai, è chiaramente una scusa! Le stesse mail che arrivano a me, arrivano anche a lei…è un palese tentativo di rimorchio universitario, ne ho visti tanti…io…fare…a un mucchio di persone…no, a me mai…effettivamente…Ma che c’entra la Riccia del Giovedì, lei il numero non me l’ha mai dato. E alla lettera non mi ha mai risposto. Infatti mi sono scritto in mente “Dario, non scrivere mai più lettere a nessuna donna che intendi farti”. Le lettere piacciono tanto alle donne, è vero, ma poi ti dicono solo parole dolci tipo “come sei dolce, vedrai troverai una ragazza che sia capace di amarti come meriti, al contrario di me”. Bah…come se io rifiutassi Nicole Kidman apportando la motivazione “Sei troppo bella per me”…sarà anche vero…ma cristo!
Dario ti stai dilungando. Già, scusa…dicevo, mi sembra una scusa, questa delle notizie sull’esame. Ma ora devo andare a finire di montare il film. Cioè, il cort…ehm…il videocoso, lì…
Allora mi misi a scrivere la sceneggiatura. Non è una cosa semplice come tutti voi pensate. Devi metterci tutto: luoghi, dialoghi (ma il mio era un film muto, grazie a dio), situazioni, descrizioni…ma soprattutto…tutto quello che fanno gli attori.
L’ho riscritta tre volte. Poi un giorno Fabrizio ha detto
– Il progetto mi interessa. Domenica giriamo.
Ma soprattutto, Fabrizio ha detto
– Trova gli attori.
Tornando a casa dal Bierkeller, mentre guidavo, mi rimbalzava in mente la voce del mio co-regista, pesantemente riverberata, con le frasi udibili anche dal pubblico in sala: “Domenica giriamooooo…trova gli attoriiiii…Ricordati che è un videocliiiipp…clip…clip…”
Riuscendo a strappare ancora una settimana, Sara Pulce (la segretaria raccomandata, poiché donna di Fabrizio), mi indica un’attrice, anch’essa perciò raccomandata. Bene, dico io. Vediamola. Bellissima, Sara (non la Pulce, l’attrice…cioè non che Sara sia brutta, anzi, però io ora sto parlando di Sara…o maledizione, ma perché le donne, oltre a essere suscettibili, hanno pure tutte gli stessi 4 o 5 nomi?). Splendida, con i suoi capelli ricci e castani, come trucioli di cioccolata, è lei, è perfetta, è CioccoLatina. Speriamo sia brava. Lo era.
Sì, vabbè, lo sapete che mi piacciono le ricce. Sì, anche le rosse…rosse ricce poi mi fanno svenire. Ma la DarkLady non ha alcuna di queste caratteristiche. E poi si veste strana, sarà una rockettara…io scrivo pezzi tranquilli, addirittura qualcuno li definisce pop…capisci? La DarkLady riderebbe di questo! Anzi, a dire il vero, in quel caffè, riderà davvero quando le dirò che suono il liscio…che stronzo, però…me le vado a cercare…dico alla Dark che suono il liscio! Sarebbe come suonare Libertango davanti a Giuseppe Verdi! No? Vabbè…sto delirando…ma il numero me l’ha chiesto lei…Allora sai che faccio? Io le chiedo di salutarci prima delle vacanze di Natale, che lei poi se ne torna in Lombardia e non ci vediamo per un bel po’.
Fidandomi dei consigli di Fabry, trovai anche il Principe Azzurro, che nel mio cortoclip faceva la parte dell’antagonista. Mi mancava l’altro attore, però. Quello che in definitiva doveva impersonare il cantautore. Me. Oddio…l’unico che possa sostenere una parte da sfigato così profonda da assomigliarmi, non poteva essere che lui. Richard, il mio inseparabile amico.
Effettivamente, è come se avesse usato il metodo Stanislavskij: si era immedesimato nella parte vivendo praticamente a contatto con il personaggio per anni…si fece pure crescere la barba, nonostante il disappunto di sua madre.
Ora che avevamo il cast, si poteva iniziare.
Dario, non ti sembra che stia diventando un po’ troppo lungo questo post? Conta che non hai ancora nemmeno iniziato a parlare delle riprese…e non hai ancora raccontato nessun sogno strambo.
Vabbè, taglio la parte della DarkLady. Lascio alla fantasia dei miei lettori il compito di costruire un lieto fine o un più consueto finale alla De Seppo per questa vicenda.
E altre due righe sono state bruciate…
Faceva freddo. Era una domenica mattina, ci si era trovati solo per provare, io Fabry, Richard, Sarasegretaria e Sarattrice. Avevamo però la videocamera. E allora perché sprecare tempo? Girammo in due ore tutta la prima parte del cor…corpo del video. La settimana successiva avremmo avuto a che fare con la parte più complessa: le scene sulla panchina con il passaggio degli oggetti stregati. E così fu. Ci mettemmo tutta la mattinata, faceva molto freddo. San Grato e tutta la collina del Castello di Rivoli era un centro di accoglienza per foglie morte, e noi ne eravamo ospiti.
Sto esagerando? Ok, abbasso il tono…bah…mi sto rendendo conto che questa storia è terribilmente lunga e noiosa…meglio inframmezzarla con il solito racconto di recente sogno notturno allucinato.
Come già fecero illustri predecessori quali Guccini, Vecchioni e De Gregori, anche Astor Piazzolla è venuto a trovarmi a casa, l’altra notte. Il leggendario compositore di tango argentino è salito da me, si è messo a fumare un sigaro e mio padre gli ha detto
– Sa, signor Piazzolla, anche mio figlio suona la fisarmonica.
E io,
– Ma magari al signor Piazzolla non interessa che io….
– Dario, perché non fai sentire qualcosa al signore?
– Ma papà…ho le mani fredde…
Al signor Piazzolla, evidentemente non fregava nulla…continuava a fumare e si guardava intorno.
Io ho preso la fisarmonica in braccio e ho iniziato a suonare…probabilmente Libertango (si può essere così idioti? E se domani viene a trovarmi in sogno Giuseppe Verdi che faccio? Mi metto a cantare il coro dell’Aida in soggiorno?) Vabbè…il problema è che io già non è che sia questo grande strumentista…mentre Piazzolla lo era…ma il fatto è un altro. A molti di voi sarà capitato di essere inseguiti in sogno e di non riuscire a correre. Presente la sensazione di angoscia? Ecco…io avevo il maestro degli strumenti a mantice seduto davanti a me…e avevo le mani bloccate, due pezzi di ghiaccio impazziti, non riuscivo a suonare…uscivano note assurde, mi sbagliavo, ricominciavo…
– Scusi, signor Piazzolla…ho le mani fredde…
Ma lui fumava.
DarkLady, solo un’ultima cosa. Se per caso sei la reincarnazione di una Riccia del Giovedì, ti avverto: stavolta ho il tuo numero e la tua mail.
Nonostante la scena dall’ottico fosse quella girata in meno tempo, e improvvisando (dalle 8 e 45 alle 9 di un venerdì mattina), pare che alla fine sia piaciuta.
Tutta la realizzazione fu decisamente divertente. Il primo giorno avevo una paura incredibile. Emozionato come il primo concerto…paura di non essermi preparato a dovere. Bisogna avere a mente un sacco di cose quando fai il regista, e avere le idee chiare. Se no si perde tempo. Come Nanni Moretti in Aprile, o come me in quel sogno di cui forse ricorderete, che ero Nanni Moretti in Aprile e stavo malissimo…
Alla fine il lavoro grosso fu montare tutto il materiale. E forse non venne neanche male, come primo lavoro.
Si organizzò una prima a casa del protagonista, e l’impressione fra gli amici sembrava buona.
Ma gli amici a volte sono troppo amici per essere sinceri. O troppo poco.
A distanza di vent’anni, l’unico sentimento che mi suscita riguardare questo video è nostalgia per quell’ultimo spicchio di giovinezza sprecata.