Sotto il cielo di Fred

Se vogliamo parlare di musicisti che hanno lasciato una traccia nella nostra Torino, non possiamo dimenticare il grande Fred Buscaglione. Alla fine degli anni Cinquanta, insieme al napoletano Renato Carosone, ha rivoltato la canzone all’italiana, già vecchia anche se sostanzialmente appena nata. Ci ha innestato lo swing, i ritmi latini, massicce dosi di ironia e malizia, puntando sul look da cinema noir che ha lo ha reso famoso.

Suo malgrado è stato consacrato nella mitologia pop da una morte spettacolare – incidente stradale sulla sua auto rosa – proprio all’apice del suo successo. Probabilmente la sua carriera sarebbe durata ancora poco: era il 1960 e stavano arrivando i primi cantautori.

Indimenticabili e di grande impatto ancora oggi – sopravvissute a oltre 40 anni di trasgressioni rock – le interpretazioni dei suo pezzi: teatralità, energia, mestiere di chi si è fatto le ossa davanti all’esigente pubblico torinese, nelle bettole, nelle sale da ballo, nei night club.

Oggi lo ricordiamo con un premio a lui dedicato, manifestazione che si svolge qui a Torino. Quest’anno non ho partecipato al concorso, ma suonerò alla Notte Rossa Barbera, sabato prossimo 11 febbraio (al Bivio Concept Cafè e poi a Eataly), e forse accompagnerò uno dei semifinalisti, CarloZeta, durante la sua esibizione.

Ho scoperto da poco questa canzone di Fred che non riesco a togliermi dalla testa: Love in Portofino. Forse perchè amo quella piccola affollatissima baia – come si amano le cose proibite -, o perchè adoro il sinuoso ritmo di rumba-beguine, che mi trascina lontano con il suo avvolgente esotismo da balera. Tanto da averci dedicato una canzone. O sono gli anni ’50 stessi ad attirarmi, vittima di una sindrome da età dell’oro, come il protagonista dell’ultimo sognante film di Woody Allen.